Vai direttamente ai contenuti della pagina
14 maggio 2019

La Tre Golfi ORC. Una questione tra “piccoli”.

Dalla notte alla notte. Si potrebbe definire così il percorso della Regata dei Tre Golfi, organizzata dal Circolo del Remo e della Vela Italia, che per la sessantacinquesima volta ha lasciato la rada di Santa Lucia a Napoli, venerdì 10, per percorrere 155 miglia di mare, passando per Ponza e poi puntare verso gli isolotti de Li Galli, prima di tagliare la linea d’arrivo a Capri, sempre di notte tra sabato 11 e domenica 12.

La regata lunga, prima prova della Rolex Capri Sailing Week, che continuerà a Capri con percorsi sulle boe e costiere sino a sabato 18, è valida per il Mediterranean Maxi Offshore Challenge (MMOC) della International Maxi Association oltre che regata del Campionato Italiano d’altura. Lo start alle luci delle fotoelettriche di notte ha affascinato ancora una volta i quasi mille velisti in mare e soprattutto le centinaia di migliaia di spettatori a terra che, sul lungomare partenopeo, hanno assistito alla partenza.

A tagliare per primi il traguardo in piena notte, in tempo reale, sono stati nell’ordine Freccia Rossa TP 52 di Vadim Yakimeno (YC Sanary), che ha bissato così il successo dello scorso anno, dopo 27 ore 31’ e 05” dal via, precedendo Endlessgame Cookson 50 di Pietro Moschini (RYCC Savoia) di circa 26 minuti e subito dietro Macchia Mediterranea TP 52 di Giampiero Russo (RYCC Savoia) terzo per soli 24 secondi.

Ma fatto il calcolo dei compensi fino alla undicesima posizione in classifica in questa edizione troviamo solamente terza e quarta classe a testimoniare la supremazia dei piccoli, così la Coppa Senatore Andrea Matarazzo è andata a Globulo Rosso Este 31 di Alessandro Burzi (YC Gaeta) che ha tagliato il traguardo di Capri dopo 31 ore 40’ e 14”. Alle sue spalle, nella classifica finale in tempo compnesato: Sexy X 332 di Angela Grocer (CN della Vela) e terzo Loucura Zentrum Cassino Este 31 di Federico Roncone (C.N. Caposele).  Che la Regata dei Tre Golfi è una prova tecnicamente dura e difficile si sapeva, ma questa edizione ha messo veramente in difficiltà molti team a causa del poco vento e soprattutto dei continui salti, ma a complicare ulteriormente le cose c’è stata persino la pioggia nelle ultime miglia tra Li Galli e Capri.

Alessandro Burzi, armatore di Globulo Rosso: “Per noi il “pallino” della Tre Golfi iniziò 15 anni fa alla 50^ edizione, quando per la prima volta nell’elenco iscritti comparve il nome “Globulo Rosso”, un Mescal 818. – racconta l’amatore – In molti dalle banchine del Borgo Marinai, guardavano tra lo scettico e lo stupito… uno scugnizzo ci urlò dal suo gozzetto “ma vuje facite a Tre Golfi cu’stu barchino”? Allora molti dei globuli oggi “senatori” erano poco più che ventenni e la Regata dei Tre Golfi era una festa con l’unico obiettivo di finirla! Oggi, dopo tante avventure, quella regata l’abbiamo vinta in overall, inserendo il nome di Globulo Rosso nella storia dello yachting napoletano, nella storia dell’Altura italiana. Per noi è il coronamento di un sogno, un momento di grande gioia e commozione”.

Endlessgame, con Pietro Dalì al timone, ex di Luna Rossa ad Auckland in Coppa America, ha saputo meglio gestire le difficoltà di un percorso notturno rispetto ai rivali. Il team, dopo una partenza non eccezionale che li relegava dietro i primi, ha saputo reagire scegliendo per primi una linea esterna che gli consentiva di trovare più aria ed uscire dal Golfo di Napoli al comando della flotta Orc precedendo Freccia Rossa, Macchia Mediterranea e  Fra Diavolo. Una navigazione al comando che è durata per molte miglia e durante la quale Dalì, scegliendo sempre una linea larga anche al passaggio di Ischia, ha guadagnato vantaggio sui rivali. A Ponza Enbdlessgame è passata indenne senza bordi come afferma lo stesso timoniere dell’armatore Pietro Moschini. “Siamo riusciti a passare l’isola pontina senza dover fare troppi bordi e riuscendo a prendere vento costante che ci ha permesso di iniziare la bolina verso Capri”. Diverso invece il percorso sino a quel monento di  Macchia Mediterranea che registrava problematiche tecniche a bordo che ne limitavano l’efficienza strumentale: “Un black out degli strumenti ci ha costretto ad una navigazione al buio – afferma il tattico Paolo Scutellaro – e con una barca moderna significa perdere 3 o 4 decimi di nodo durante la navigazione. Inoltre la rottura del pistone idraulico dello strallo automatico della vela di prua, da Ponza in poi, ci ha costretto a manovre ulteriori”. Ai  vertici anche Freccia Rossa che seguiva a poca distanza i due avversari, duellando con Frà Diavolo.

All’altezza di Capri scelte differenti dei team hanno fatto si che cambiasse la classifica finale. Freccia Rossa, più piccola e più veloce rispetto ad Endlessgame sceglieva come i rivali di lasciare l’isola Azzurra a sud, ma con una traiettoria più esterna che gli consentiva il sorpasso. Mentre Mario Noto al timone e Scutellaro alla tattica di Macchia Mediterranea  optavano per il passaggio interno nel canale tra Capri e la terra ferma per puntare verso gli isolotti dei Li Galli. Una scelta che favoriva quest’ultimi che riuscivano a passare primi al giro di boa naturale dei Li Galli prima di puntare sul traguardo. La pioggia, sopraggiunta in quel tratto, bloccava letteralmente la navigazione di Macchia Mediterranea: “Siamo finiti nell’occhio della pioggia dove non c’era vento – conferma Scutellaro – mentre gli altri due sono passati più larghi e trovando una brezza di vento maggiore che gli ha consentito di superarci”.
 

 



U.V.A.I. - Unione Vela Altura Italiana